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N. 17990987

Venduti
Vincenzo Martini - Spello, Corso Vannucci
Offerta finale
145 €
308 settimane fa

Vincenzo Martini - Spello, Corso Vannucci

Olio e acrilico su tavola cm. 100x70 - Firmato in basso a destra - Ulteriore autentica scritta e firmata dall'artista sul retro dell'opera - acquisto e provenienza Italia - spedizione tramite UPS - SDA - TNT. Biografia Vincenzo Martini è nato a Foligno il 23 Agosto 1955 e vive a Spello dal 1982. Laureato in scienze biologiche, dopo il liceo classico, si cimenta casualmente con la pittura nel 1985 riscuotendo subito riconoscimenti e consensi tanto che a poco a poco quello che sembrava un divertimento, diventa inavvertitamente una esigenza vitale. Per abbozzare veramente una interpretazione della pittura di V. Martini è necessario ricostruire le aree culturali di cui è partecipe e queste certamente sono quelle umbre e in particolare spellane. Proprio a Spello infatti esiste una scuola pittorica, e naif in particolare, composta da individualità molto diverse fra loro il cui contatto gli hanno permesso di maturare un'amore per la pittura, fino ad allora nascosto, che probabilmente si portava nello zaino fin da bambino, e solo dopo essere arrivato in questa magnifica cittadina è esploso. La sua attività di pittore della domenica quindi ha subito una svolta improvvisa soprattutto quando si è reso conto che lo assorbiva totalmente ed era inconciliabile con qualsiasi altro interesse o passione. E nella sua profonda ricerca delle radici umane. Spello in fondo lo ha aiutato tantissimo. Ed è proprio questo in fondo il suo vantaggio: vivere in una città con una immagine di civiltà che ha certamente conservato quasi intatti i connotati dell'antico paese francescano con le costruzioni che resistono al tempo, come se venissero costantemente restaurate, tanta è la loro bellezza: ecco allora che ci conduce nelle strette vie di Spello, Gubbio, Assisi, Perugia, Gualdo Tadino con le connotazioni architettoniche di quella inconfondibile Umbria medievale dove le case si arroccano le une sulle altre, con le antiche chiese, fontane, archi, piazze, torri, mentre tutto intorno solo campagne con lo sguardo che finisce e spazia sui campi, sulle coltivazioni ordinate, e su quelle uniche montagne. E un'Umbria più completa e più vicina di quella descritta da altri naif. E pensare che non ha studiato disegno, né architettura, né scenografia, né i suoi lavori sono opera di lunghe e sofferte meditazioni, ma solo l'atto istintivo di un bel sogno. V. Martini sta ai margini della pittura naif, per un candore singolare: per l'equilibrio plastico e per la contemplazione delle cose; ciò che oggi stiamo perdendo lo ritroviamo in questi quadri. Fare del naif non è che esprimere uno stato d'animo; infatti tutto si svolge in una quotidiana atmosfera di gioco e nelle varie scene paesane c'è l'intenzione di trasmettere allo spettatore il lento andare delle cose, il cambio delle stagioni, il tutto dominato da una palese nostalgia, da una ricostruzione di un ponte tra il presente e il passato dove l'unica cosa che vi è da bandire è la società attuale con le sue minacciose costruzioni industriali, che purtroppo anche nelle medievali cittadine umbre cominciano a sovrapporsi alla nobile pietra, con le sue automobili, apparecchiature elettroniche, il chiasso, la fretta; quindi la prima riflessione è di stupore perchè questi quadri ci portano indietro nel tempo, in una atmosfera dove la pace è l'elemento fondamentale. La società pare frivola ed arretrata e non tiene conto degli ideali e dei sogni infiniti di felicità, di amore, di virtù, che l'umano nutre nel suo animo e ai quali non può e non vuole rinunciare.

N. 17990987

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Vincenzo Martini - Spello, Corso Vannucci

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Olio e acrilico su tavola cm. 100x70 - Firmato in basso a destra - Ulteriore autentica scritta e firmata dall'artista sul retro dell'opera - acquisto e provenienza Italia - spedizione tramite UPS - SDA - TNT.
Biografia
Vincenzo Martini è nato a Foligno il 23 Agosto 1955 e vive a Spello dal 1982. Laureato in scienze biologiche, dopo il liceo classico, si cimenta casualmente con la pittura nel 1985 riscuotendo subito riconoscimenti e consensi
tanto che a poco a poco quello che sembrava un divertimento, diventa inavvertitamente una esigenza vitale. Per abbozzare veramente una interpretazione della pittura di V. Martini è necessario ricostruire
le aree culturali di cui è partecipe e queste certamente sono quelle umbre e in particolare spellane. Proprio a Spello infatti esiste una scuola pittorica, e naif in particolare, composta da individualità molto diverse fra loro il cui contatto gli hanno permesso di maturare un'amore per la pittura, fino ad allora nascosto, che
probabilmente si portava nello zaino fin da bambino, e solo dopo essere arrivato in questa magnifica cittadina è esploso. La sua attività di pittore della domenica quindi ha subito una svolta improvvisa soprattutto quando si è reso conto che lo assorbiva totalmente ed era inconciliabile con qualsiasi altro interesse o passione. E nella sua profonda ricerca delle radici umane. Spello in fondo lo ha aiutato tantissimo. Ed è proprio questo in fondo il suo vantaggio: vivere in una città con una immagine di civiltà che ha certamente conservato quasi intatti i connotati dell'antico paese francescano con le costruzioni che
resistono al tempo, come se venissero costantemente restaurate, tanta è la loro bellezza: ecco allora che ci conduce nelle strette vie di Spello, Gubbio, Assisi, Perugia, Gualdo Tadino con le connotazioni architettoniche di quella inconfondibile Umbria medievale dove le case si arroccano le une sulle altre, con le antiche chiese, fontane, archi, piazze, torri, mentre tutto intorno solo campagne con lo sguardo che finisce e spazia sui campi, sulle coltivazioni ordinate, e su quelle uniche montagne. E un'Umbria più completa e più vicina di quella descritta da altri naif. E pensare che non ha studiato disegno, né architettura, né scenografia, né i suoi lavori sono opera di lunghe e sofferte meditazioni, ma solo l'atto istintivo di un bel sogno. V. Martini sta ai margini della pittura naif, per un candore singolare:
per l'equilibrio plastico e per la contemplazione delle cose; ciò che oggi stiamo perdendo lo ritroviamo in questi quadri. Fare del naif non è che esprimere uno stato d'animo; infatti tutto si svolge in una quotidiana
atmosfera di gioco e nelle varie scene paesane c'è l'intenzione di trasmettere allo spettatore il lento andare delle cose, il cambio delle stagioni, il tutto dominato da una palese nostalgia, da una ricostruzione
di un ponte tra il presente e il passato dove l'unica cosa che vi è da bandire è la società attuale con le sue minacciose costruzioni industriali, che purtroppo anche nelle medievali cittadine umbre cominciano a
sovrapporsi alla nobile pietra, con le sue automobili, apparecchiature elettroniche, il chiasso, la fretta; quindi la prima riflessione è di stupore perchè questi quadri ci portano indietro nel tempo, in una atmosfera
dove la pace è l'elemento fondamentale. La società pare frivola ed arretrata e non tiene conto degli ideali e dei sogni infiniti di felicità, di amore, di virtù, che l'umano nutre nel suo animo e ai quali non può e non vuole rinunciare.


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